Parole in Blog
riflessioni e poesie
sabato 10 maggio 2025
È disumano
venerdì 25 aprile 2025
Un ultimo saluto
Ieri l’invito ad andare a pregare accanto alla tomba di Francesco. Stamattina la grazia di averlo potuto fare e farlo come coppia perché come tale ti abbiamo conosciuto.
È dal fidanzamento, quando lo abbiamo incontrato il 14 febbraio 2014, che la figura del Papa ci accompagna. Ricordo il suoi consigli sul non andare a letto senza aver fatto la pace e le tre parole, permesso, grazie e scusa, che devono accompagnare tutti i rapporti. Consigli sani, visto le difficoltà che abbiamo incontrato nei primi anni. Quella concretezza è stata tra le cose che ha salvato il nostro matrimonio.
Nel 2022, otto anni dopo quel primo incontro, abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo di nuovo. Non ce l’ho fatta e dovetti dirglielo: “Santità, noi mettiamo in pratica i suoi consigli: non andiamo a dormire se non facciamo la pace e usiamo le tre parole”. Ci sorrise e aggiunse che facevamo bene perché poi sono dolori di pancia.
Oggi gli abbiamo affidato le persone a noi care, le nostre comunità, i nostri progetti, la nostra missione cristiana (anche quella nel digitale) e la Chiesa. Soprattutto la Chiesa.
80 anni di Liberazione
Dopo tutti questi anni ha ancora senso festeggiare la liberazione dal nazi-fascismo.
Perché la Liberazione è per tutti: per essa hanno lottato donandola a me, a te, a noi.
Perché la Liberazione ci dona quello slancio patriottico che ogni tanto assopiamo cedendolo a coloro che, di questo slancio, ne fanno un uso autoreferenziale, aggressivo e di chiusura.
Perché la Liberazione è di coloro che l’hanno vissuta ma anche di quelli che ne gustano i frutti dopo 80 anni. I suoi valori sono dentro di noi.
Perché la Liberazione è il promemoria storico che indica la strada da non percorrere, che ci ricorda che il male può tornare perché è sempre fuori la porta della Storia pronto ad aggredirci.
Perché la Liberazione è anche per coloro che la descrivono con retorica enfasi.
Perché la Liberazione non appartiene solo di coloro che vorrebbero definirsi come unici detentori, dimenticando gli eroi che non erano del loro colore politico.
Perché la Liberazione è anche per quelli che vorrebbero questo ricordo cancellato.
Perché la Liberazione è di tutti i colori: rossa come il sangue versato, azzurra come il cielo che ci fa stare a testa alta, bianca come la purezza, verde come la speranza.
venerdì 18 aprile 2025
Settimo passo verso Pasqua: germogliare
Gesù lo aveva annunciato: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.” (Gv 12,24). Nel dubbio che noi non avessimo capito bene, ha vissuto sulla sua pelle questo morire.
Sulla croce, infatti, ha donato la sua vita per noi ma la sua morte non è sterile perché ha portato molto frutto. Dalla croce è germogliata una vita nuova, una nuova alleanza la quale ci ricorda che non abbiamo bisogno di comprare la misericordia di Dio. Gesù ha acquistato con il suo sangue la nostra salvezza ed è ad esso che dobbiamo dissetarci quando ci sentiamo morti, quando la nostra croce diventa pesante. Sarà il sangue di Cristo il concime che farà germogliare una nuova vita. A noi resta solo andare avanti con la certezza che quel dolore è preludio di resurrezione. Perché ognuno di noi, in fondo, è il fiore più bello che possa esserci nel giardino di Dio. Dobbiamo solo rendercene conto per non appassire.
venerdì 11 aprile 2025
Sesto passo verso Pasqua: affidarsi
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Non vogliamo dare fastidio agli altri e non ci rendiamo conto che non siamo chiamati a vivere da soli (gli eremiti sono una bellissima eccezione). Abbiamo bisogno dei fratelli perché non possiamo fare tutto in solitudine. Possiamo rendercene conto quando andiamo da un medico oppure quando abbiamo bisogno di un tecnico (idraulico, elettricista, meccanico). Per tutte le cose che non possiamo arrivarci da soli, abbiamo bisogno di qualcuno che ne capisca e ci aiuti. Ci dobbiamo riconoscere limitati per poter seguire Cristo sulla via tracciata da lui. Sul Calvario, nel momento più duro della sua vita, si è affidato al Cireneo, si è lasciato aiutare perché, in quel momento, la croce era pesante anche per lui che è Dio.
Abbiamo remore ad affidarci agli altri anche per orgoglio. Crediamo di essere onnipotenti ma non è così. Molte volte, personalmente, mi sono trovato di fronte al dover chiedere aiuto ma per orgoglio ho voluto fare da me combinando dei grandi pasticci. Con il tempo, però, ho capito che non c’era nulla di male a farlo mi sono reso conto che, in alcuni momenti, dovevo fare come i bambini: affidarmi. Tuttavia, nel farlo mi sono reso conto che devo avere fiducia di chi affido una mia difficoltà (ma anche una gioia). Perché affidare una parte di me è affidare un pezzo della mia vita. Lo sa bene Gesù che dalla croce affida il suo spirito al Padre con un fiducia filiale che gli da la certezza che la sua morte non è una sconfitta ma un atto che dona vita.