
Queste mie paure mi hanno fermato per molto tempo e il problema reale è stato proprio questo: mi sentivo impantanato in un fango che non esisteva o che avevo creato io. Ho lasciato stare cose che mi piace fare (scrivere, leggere, fotografare) per commiserarmi delle mie inesistenti miserie. Se qualcuno leggerà queste righe che (credetemi) saranno poche può sentirsi autorizzato a chiedersi "che ne ne importa di queste tue cose? Perché scrivi una cosa tanto personali?" e la risposta è semplice: voglio condividere con chi legge da dove ho preso la forza di andare avanti ma l'immagine allegata a questo post, a questo punto, dovrebbe essere esplicativa. Infatti, nel momento peggiore di questo periodo la mia forza l'ho ritrovata nella Croce di Cristo e nella consapevolezza che per tutte le mie croci, grandi o piccole che siano, vere o frutto della mia fantasia, ho in Gesù, che si concretizza nella mia vita nelle persone che mi vogliono bene e mi accompagnano, un aiuto valido nel portarle. In questo modo sono riuscito a trasformare questo "non posso" (o "non voglio") in "posso e devo"; sono riuscito a trasformare la mia solitudine in compagnia salvifica.
Hai proprio ragione! Le tue paure potrebbero non interessare ai lettori. A me, invece, aiuti a pensarmi in modo più umano, perché ogni volta che leggo una notizia perdo la speranza della redenzione, mentre dalla tua semplice condivisione colgo uno spiraglio di luce, anche tanta speranza. La nostra vita può essere segno di contraddizione...
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