sabato 4 marzo 2017

Il giusto cibo

Chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio”. (Rm 14,6)

Il digiuno e l’astinenza: questi sconosciuti. Già, perché ogni anno l’arrivo della Quaresima porta con sé dubbi esistenziali: ha ancora senso astenersi dalla carne in un’epoca in cui è il pesce l’alimento più pregiato? Il digiuno è da intendersi in senso letterale, o è solo un modo per ricordare di fare spazio alla carità? Mille domande che trovano risposte e motivazioni in un prezioso testo della CEI, “Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza”, che resta un punto fermo per chi vuole approfondire il tema.
Forse in questo contesto è bene riscoprire nella nostra vita quotidiana la virtù cardinale della temperanza, come ricorda mons. Gianfranco Ravasi nel suo libricino “Siamo quel che mangiamo?” (Emi, 2015): «Il corretto uso del cibo è la connotazione più popolare della temperanza. È, certo, sobrietà, controllo delle pulsioni, dominio dei sensi e dignità personale, ma deve diventare soprattutto espressione positiva della carità. Il cibo è fondamentale per la sopravvivenza, e la moderazione è una virtù che non cancella, anzi, sostiene la gioia di un pranzo festoso, com’è quello della famiglia radunata attorno alla mensa, cantata dal Salmo 128».

(Tratto da Missioni OMI 3/2017)

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