martedì 13 settembre 2016

Burocrazia a dieta

Lo scrivo con la sincerità e la schiettezza che mi distingue: fare la dieta è una rottura di scatole. Stare attento a cosa mangio, a quanti zuccheri posso assumere, quanto vino da bere (per non parlare del caro e amato carboidrato eliminato quasi del tutto). Tuttavia, da quando ho un regime alimentare attento, ne sento tutti benefici: niente bruciore di stomaco, leggerezza e anche, perché no, piacere nel mangiare cose buone quando ho il pasto libero.
Perché scrivo questo? Non certo per aggiornare chi legge sul mio regime alimentare ma per condividere un pensiero che da due giorni mi riempie la mente: e se la macchina burocratica dello Stato facesse la dieta? So che è uno sfogo populista (ma ne siamo sicuri?) ma sto odiando il bailamme che mi fanno fare gli uffici pubblici. La burocrazia, purtroppo, rende lo Stato pesante, facendolo assumere dei tempi pachidermici che per snellirli, spesso, si ricorre a pratiche poco legali. Nota bene, non dico di annullarla del tutto ma di snellirla, velocizzarla.
Eh sì! La corruzione di uno stato è direttamente proporzionale alla sua burocrazia, potremmo definirlo il suo livello di massa grassa e, per ridurlo, la burocrazia dovrebbe snellirsi, fare una dieta. L'organismo stato, di cui le membra siamo noi cittadini, ne gioverà da subito di questa dieta come il mio organismo ha giovato del mio regime alimentare. Ora scusate ma vado a fare lo spuntino con la frutta.

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