lunedì 25 aprile 2016

Festa dell'ibernazione

Lo so che sembro dissacrante se oso scrivere ibernazione al posto di liberazione per definire la festa odierna del 25 aprile. Sembra strano che a farlo sia io che, da quando ragiono con la mia testa, riconosco l'importanza dell'azione partigiana nell'aver contribuito alla liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista.
Purtroppo questa festa importantissima per la nostra storia nazionale è stata ibernata, è stata relegata a feticcio da strumentalizzare da determinati gruppi di estrema sinistra che, in barba a quello che la storia realmente ci ha insegnato, dà il merito della liberazione al gruppo di partigiani rossi, santificandoli fino all'estremo, dimenticando che anche essi non furono esenti da scandali e violenze. Ma la storia, si sa, la scrivono i vincitori (episodi raccontati egregiamente nel romanzo Il partigiano Johnny).
Il 25 aprile è ibernato perché questi gruppi di estremisti, forti di questa appartenenza "rossa", credono di essere i padroni di questa festa arrivando a decidere chi possa partecipare o meno ai cortei delle nostre città; perché questi gruppi di estremisti, per il secondo anno di fila, hanno costretto i gruppi partigiani di ebrei ed ex deportati ai campi di concentramento ad aderire ad altre iniziative. Forti del loro pensiero filopalestinese (e antidemocratico), questi gruppi hanno trasformato la storica manifestazione in un corteo antisemita. Che poi diciamo la verità, non far partecipare i gruppi ebraici alla festa della Liberazione, è come non invitare i nonni alle riunioni di famiglia.
Il 25 aprile è ibernato perché i figli politici di quei gruppi di partigiani rossi hanno la responsabilità morale di quello che accade oggi, perché questi comportamenti sono sintomo che si è persa la bussola dei valori partigiani e democratici di cui questa festa è pregna.

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