sabato 6 aprile 2013

La Preghiera


Un credente moderno deve rinsaldare alcune cose per ritenersi tale. È questa la teoria di base di Carlo Carretto del suo libro “Il Dio che viene” un libro scritto negli anni Sessanta ma che trovo terribilmente attuale. Non mi sembra il caso di elencarle tutte ma vorrei soffermarmi su solo una di queste che poi è quella su cui si sofferma di più. Quella della preghiera.
La nostra modernità (alcuni la definiscono post-modernità ma a me non piace questo termine) vive un continuo cambiamento, i ritmi crescono, le tecnologie (fortunatamente) raggiungono sempre scoperte nuove facendoci progredire. La nostra società possiamo finalmente dire che ha raggiunto un livello avanzato, un livello dove, però, diventa difficile fermarsi un attimo. Dove i rapporti rischiano di diventare più flebili e fugaci. Forse ci possiamo rendere conto che siamo circondati di persone, ma quante di queste possiamo ritenere amici veri, sinceri?
Nell’insieme dei rapporti che rischiamo di far passare in secondo c'è anche quello con Cristo. Un rapporto, questo, che può essere alimentato anche con la preghiera. Certo, mi direte che all’interno della Chiesa ci sono anche altre cose ad esempio l’evangelizzazione, le varie attività di parrocchie e diocesi, cresce l’attivismo dei gruppi cattolici. Non sono anche queste forme di contatto con Cristo? Certo che lo sono. Però rischiano di restare fine a se stesse se non curiamo il nostro rapporto personale con Gesù. La preghiera è lo strumento, l’unico strumento che ci permette di farlo. Le altre cose, pure utili, servono in un’ottica comunitaria cristiana, ma il rapporto personale si cura solo con la preghiera. Se questo non avviene si corre il rischio di cadere nel mero attivismo. Ci sono tante associazioni che lavorano nel sociale (e lo fanno anche bene quando gli è permesso), ci sono tante istituzioni che promuovono l’attivismo (anche politico). Queste sono cose che facciamo, giustamente, anche noi cristiani. Ma qual è il nostro distintivo? Certo, è l’amore, quello incondizionato, quello che ci vota agli altri, che ci fa porgere l’altra guancia, l’amore del “buon samaritano”. Però le nostre caratteristiche di cristiani vengono intaccate dalla nostra fragilità umana. Non sempre riusciamo ad amare come Lui ci ha amati, non sempre riusciamo a ricordare il Suo esempio sulla croce ma questo non deve scoraggiarci, dobbiamo essere sempre pronti a rialzarci e a fare meglio. E il sigillo impresso su di noi dallo Spirito Santo che ci permette di farlo. Ma non funziona da solo Egli ci aiuta se chiediamo il suo aiuto, e questo avviene sempre, e solo, attraverso la preghiera che è il nostro filo conduttore con Dio. E forse è proprio Dio che ci invita a fermarci ogni tanto e dedicargli un po’ del nostro tempo. Ma intorno a noi c’è troppo rumore e non lo ascoltiamo. Pensiamo di riuscire a fare le cose da soli dimenticandoci che siamo chiamati ad essere umili.
Ed è per questo che dobbiamo rifugiarci nella preghiera. La preghiera ci aiuta a capire meglio il mondo, la nostra vita, ci aiuta ad approfondire il carisma con il quale viviamo la Chiesa. La preghiera ci aiuta ad alimentare la carità tra di noi, fatto non da trascurare perché è solo se è presente la carità tra di noi che possiamo testimoniare il nostro essere cristiani agli altri con le nostre attività sociali e di evangelizzazione.

4 commenti:

  1. Il mio commento.... vediamo se poi entra...
    La preghiera é una cosa universale, ma la nostra, la cristiana, ha una mediazione ed é la Parola di Dio, altrimenti rischiamo soliloqui inutili o addirittura isterici...Pippo

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    1. Hai ragione Pippo. Non l'ho scritto perché, per essere sincero, non l'ho pensato subito. La mediazione delle Sacre Scritture è fondamentale per la "nostra" preghiera, è uno dei nostri marchi distintivi.

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  2. Prendersi due tre medie ore alla settimana, scegliere un passo della Parola e masticarla, come fanno le mucche con la paglia, santifica, ma meglio ancora ti fa saggio...

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  3. sì, non so, a me sembra però di non aver mai veramente imparato. A pregare intendo, a "masticare" la Parola. So che è indispensabile, ma allo stesso tempo troppo spesso mi allontano, troppo spesso faccio passi indietro, quasi come se camminassi in circolo ... è poi vero che ci fa saggi?

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